Dispositivi Rugged

Dispositivi Rugged

In passato, una importante limitazione dei dispositivi come computer portatili, tablet, PDA e smartphone era la fragilità che rendeva il loro utilizzo inappropriato in ambienti di lavoro pericolosi.

Questa grave problematica è stata risolta agli inizi degli anni 90 con l’introduzione dei dispositivi Rugged (o robusti).

Questi sono ideati e realizzati appositamente per operare nelle situazioni più estreme e pericolose e per questo motivo sono ideali per essere utilizzati nel campo della sicurezza pubblica, dei trasporti pericolosi, del movimento terra, nella grande distribuzione e in ambito militare e in tutte quelle situazioni dove non si può prestare molta attenzione allo stato di salute dei propri dispositivi.

Tutti i dispositivi rugged possiedono una serie di caratteristiche comuni:

  • Utilizzo di componenti selezionati, per resistere a temperature operative molto più elevate e molto più basse rispetto a quelle cui sono soliti lavorare i normali dispostivi casalinghi;
  • Utilizzo di una tastiera a “tenuta stagna” affinché polvere e liquidi non possano penetrare all’interno del dispositivo;
  • Utilizzo di schermi realizzati con materiali speciali così da resistere a urti e ai graffi e da permettere una lettura senza problemi anche quando riflettere la luce del sole.

Gli Standard

Per indicare la capacità dei dispositivi di resistere ad agenti esterni pericolosi, esistono una serie di standard e certificazioni. Tra questi una certificazione molto importante è quella IP.

La classe di protezione IP (International Protection) è una serie di lettere e cifre (IP XX) che indicano quanto un dispositivo può resistere a determinati agenti esterni e per rendere facile questa classificazione si è deciso di ricorrere ad una serie di codici che denotano tale tipo di protezione.

Questi codici sono composti da una parte fissa IP più due cifre che variano a seconda del livello di protezione.

  • IP X-: la prima cifra indica il livello di protezione delle parti critiche o pericolose dal contatto con oggetti. Di questo sottogruppo esistono 7 livelli di protezioni che sono:
  • IP0-: nessuna protezione (tutti i corpi solidi esterni possono accedere);
  • IP1-: scocca protetta contro corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm;
  • IP2-: scocca protetta contro corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm;
  • IP3-: scocca protetta contro corpi solidi di dimensioni superiori a 2.5 mm;
  • IP4-: scocca protetta contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm;
  • IP5-: scocca parzialmente protetta contro la polvere;
  • IP6-: scocca totalmente protetta contro la polvere.
  • IP -X: la seconda cifra indica invece il livello di protezione dell’intero dispositivo contro l’accesso di liquidi nel corpo interno dello stesso. Di questo sottogruppo esistono 8 livelli di protezioni che sono:
  • IP-0: nessuna protezione (tutti i liquidi possono accedere alle componenti interne);
  • IP-1: scocca protetta contro la caduta di gocce d’acqua in verticale;
  • IP-2: scocca protetta contro la caduta di gocce d’acqua un angolo massimo di 15°;
  • IP-3: scocca protetta contro la pioggia;
  • IP-4: scocca protetta contro gli spruzzi d’acqua diretti;
  • IP-5: scocca protetta contro i getti d’acqua diretti;
  • IP-6: scocca protetta contro le ondate;
  • IP-7: scocca protetta contro l’immersione temporanea;
  • IP-8: scocca protetta contro l’immersione continua.

Altri standard che vengono utilizzati per i dispositivi rugged sono:

  • MIL-STD-810 G: è uno standard militare utilizzato come riferimento nell’industria laptop commerciale che stabilisce una serie di test per determinare l’idoneità delle attrezzature per le operazioni militari. Questi test comprendono condizioni ambientali come:
  • Bassa pressione per la prova di altitudine;
  • Esposizione a temperature alte e basse, più shock termico, pioggia, umidità, funghi, nebbia salina per la prova di ruggine, sabbia e polveri;
  • Esposizione ad atmosfere esplosive;
  • Resistenza ad accelerazioni, urti e scosse durante il trasporto e vibrazioni;
  • ATEX: di origine francese (ATmosfere EXplosibles) è uno standard che definisce la possibilità di utilizzare un dispositivo in ambienti con rischio di esplosioni. Un’atmosfera potenzialmente esplosiva è composta da miscele aria di gas, vapori, nebbie o polveri, che possono infiammarsi in determinate condizioni operative.

Apparecchi e sistemi di protezione che si adeguano allo standard ATEX devono soddisfare alcuni requisiti così da non creare delle sorgenti di innesco. Questo sono:

  • Scintille, archi elettrici, scariche elettrostatiche e atmosferiche;
  • Onde elettromagnetiche;
  • Fiamme;
  • Temperature superficiali elevate;
  • Emissioni di energia acustica;
  • Radiazioni;
  • Compressioni adiabatiche e onde d’urto;

Quanto detto può essere rappresentato in maniera grafica attraverso il triangolo delle esplosioni, dove i suoi lati indicano le tre condizioni necessarie affinché si possa verificare la reazione esplosiva.

I dispositivi che si allineano allo standard ATEX trovano applicazione in molteplici settori tra cui industrie petrolifere, minerarie, chimiche e alimentari.

Classificazione delle aree a rischio di esplosione

Lo standard ATEX utilizza una classificazione delle aree a rischio di esplosioni derivante dalla Direttiva 99/92/CE. Questa prevede sei tipologie di zone:

  • Zona 0: È un’area in cui è presente un’atmosfera esplosiva formata da una miscela di aria e di sostanze pericolose sotto forma di gas, vapore o nebbia per un tempo continuato, per lunghi periodi o frequentemente;
  • Zona 1: È un’area in cui è probabile che durante le normali attività si crei un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze pericolose sotto forma di gas, vapori o nebbie;
  • Zona 2: È un’area in cui è improbabile che l’atmosfera esplosiva formata da una miscela di aria e di sostanze pericolose sotto forma di gas, vapore o nebbia si formi durante le normali attività, ma, qualora si verifichi, persisterà solo per un breve periodo;
  • Zona 20: È un’area in cui è presente continuamente o per lunghi periodi un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile;
  • Zona 21: È un’area in cui un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile si crei durante le normali attività di tanto in tanto;
  • Zona 22: È un’area in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva sotto forma di una nube di polvere combustibile si formi durante le normali attività, ma, qualora si verifichi, persisterà solo per un breve periodo.